La parodontite è una malattia infettiva causata, soprattutto dalla presenza di specifici batteri patogeni.
A) Essi provocano una intensa risposta infiammatoria del sistema immunitario. Ha delle variabili genetiche. Mutazioni del gene interleuchina I ( I L -I ), il principale mediatore della risposta infiammatoria, possono portare ad una iperproduzione che causa una intensa reazione immunitaria a livello dell'osso e del tessuto collettivale e del possibile distacco del dente (questo meccanismo ci permette diagnosi prognostiche sulla predisposizione genetica del paziente allo sviluppo della malattia parodontale).
B) Otre alle ovvie considerazioni sulle alterazioni sulla salute e benessere orale, si è notato che le parodontiti possono provocare cambiamenti a livello dell''intero organismo.
Numerosi studi clinici e sperimentali, hanno evidenziato la presenza di una forte associazione tra parodontiti e alcune malattie sistemiche, in particolare:
La base teorica per studiare la relazione tra parodontite e malattie generali è costituita dal riscontro che le malattie parodontali possono avere effetti sistemici diretti (disseminazione di batteri patogeni) o indiretti (contributo all'infiammazione sistemica).
I numerosi studi a supporto di una evidente correlazione tra malattie parodontali e malattie sistemiche (Journal of Clinical Periodontology 2008, JU; 35 (6) ) motivano a sensibilizzare pazienti ed operatori del settore sanitario alla necessità di prevenire e curare le parodontiti oltre i gravi danni diretti nel cavo orale, per migliorare la SALUTE e la QUALITA' DI VITA parlando seriamente di prevenzione.
E' l'infiammazione del parodonto (sistema di supporto dei denti che mantiene le loro radici ancorate alle ossa mascellari). Questa infiammazione provoca la distruzione progressiva dell'osso alveolare e del legamento parodontale e, alla fine la perdita dei denti.
Colpisce soggetti di ogni età: da bambini in dentizione da latte a soggetti della terza età. Da meno dell' 1% in età pediatrica al 30% dei soggetti adulti o geriatrici. Conseguenze importanti sono la perdita delle funzioni masticatorie, fonatorie ed estetiche.
Oltre l'ovvio rilievo sulla salute ed il benessere orale si è notato che la parodontite può provocare cambiamenti sull'intero organismo.
I batteri patogeni che causano la parodontite sono in grado di penetrare all'interno dei tessuti gengivali, e da li, entrare nel circolo ematico. Citiamo gravi infezioni sistemiche quali ascessi celebrali, infezioni polmonari, cardiache, endovascolari, ecc.
L'obiettività è nel cambiamento dei parametri infiammatori sistemici:
valori più alti di granulociti neutrofili circolanti (le cellule del sangue che combattono l'infezione) e alterazione della proteica C reattiva.
La malattia cardiovascolare è una delle principali cause di mortalità nel mondo. molte situazioni infiammatorie derivate da infezioni comuni, tra cui la parodontite, sono considerate promotori di stati di alterosclerosi subclinica e quindi di incrementare il rischio di eventi cardiovascolari e celebrovascolari.
Il diabete mellito colpisce circa 200 milioni di persone al mondo.
Questa malattia cos'è?
Uno stato cronico di iperglicemia con alla base la mancanza assoluta o relativa di insulina o la ridotta sensibilità all'azione di questo ormone o l'associazione tra queste due condizioni.
L'insulina, prodotta nel pancreas, è fondamentale nella regolazione del meccanismo dei carboidrati e svolge funzioni importanti nell'omeostasi del tessuto adiposo, delle proteine e del tessuto muscolare ed epatico.
Essa promuove l'ingresso del glucosio nelle cellule del tessuto muscolare e adiposo e, tramite questa azione è l'ormone deputato alla prevenzione dell'iperglicemia.
Ad una carenza o ad una resistenza all'insulina consegue uno stato di iperglicemia cronica, quindi il diabete.
Già dal 1940 i ricercatori avevano individuato uno stretto rapporto tra parodontite e diabete, ed evidenziato la maggiore incidenza di malattia parodontale nei diabetici.
Essa viene considerata la "sesta complicanza" del diabete.
Le modalità attraverso le quali il diabete favorisce l'insorgenza delle parodontiti non sono ancora chiarite, è noto comunque, che nel diabetico esiste una ridotta funzionalità dei granulociti neutrofili, e quindi una risposta infiammatoria alterata che si basa su una elevata produzione di citochine, una modificata omeostasi del collagene e una modificata modalità di guarigione delle ferite legata ad alterazioni microvascolari che caratterizzano la fisiopatologia del diabetico.
Negli ultimi anni il rapporto tra diabete e parodontite non si limita alla maggiore incidenza di gravità di parodontite nel diabetico, ma è più complesso ed ancora in fase di ricerca. Possiamo dire comunque, sulla base di queste considerazioni, che appare chiaro che l'odontoiatra può svolgere un ruolo importante nono solo nella tutela della salute orale nel diabetico, ma anche nella collaborazione per promuovere un appropriato stile di vita.
Il legame tra malattia parodontale e parto pre-termine è stato citato per la prima volta nel 1996 in uno studio clinico di Offenbacher e collaboratori.
Da allora d oggi le pubblicazioni a sostegno di questa tesi sono molteplici. Oggi, infatti, sappiamo che molti processi infiammatori acuti della madre, anche localizzati lontano dal tratto genito-urinario, possono svolgere un ruolo non secondario nella comparsa di alterazioni patologiche della gravidanza. Da un punto di vista eziopatogenetico, la correlazione tra parodontite ed eventi negativi associati alla gravidanza è supportata da due ipotesi:
La gengivite da gravidanza colpisce una percentuale altissima di donne. Probabilmente sembra essere legata più ad un cambiamento della composizione della placca batterica che ad un aumento della stessa.
Progesterone ed estradiolo aumentano con livelli rispettivamente di 10 e 30 volte superiori rispetto al ciclo mestruale, funzionerebbero da fattori di crescita per alcuni batteri che sono in grado di alterare lo stato di salute gengivale.
Un altro fattore importante è la diminuzione della risposta immunitaria materna durante la gravidanza, da cui deriva una maggiore sensibilità alla malattia parodontale. Da questo emerge il ruolo importantissimo della prevenzione dentale nelle donne in gravidanza (test microbiologici).
L'osteoporosi è una malattia delle scheletro caratterizzata da risuzione e da alterazioni qualitative della massa ossea. L'osso è un tessuto che si rinnova costanetemente nel corso degli anni, grazie all'attività di particolari cellule, gli osteoblasti, presenti nel tessuto scheletrico dedicate alla formazione di nuovo osso e di altre gli osteoclasti che provedono alla distruzione dell'osso invecchiato.
Con l'avanzare degli anni i processi di distruzione superano quelli di formazione conducendo pertanto ad una riduzione della massa ossea.
Vi è una predisposizione del sesso femminile per l'osteoporosi che dipende innanzi tutto che le donne possiedono una massa ossea ridotta rispetto agli uomini e, dal fatto che, con l'avvento della menopausa, la carenza di ormoni sessuali quali gli estrogeni determina nel sesso femminile una perdita di massa osseo maggiore e precoce rispetto agli uomini. si stima che in Italia, attualmente circa 3.5 milioni di donne e un milione di uomini siano affetti dalla malattia.
Indagini strumentali quali la densitometria ossea, la radiologia tradizionale, permettono di misurare in modo abbastanza accurato la densità minerale ossea e di rilevare fratture clinicamente asintomatiche.
Le indagini di laboratorio (calcemia, fosforemia, fosfatasi alcalina, ecc.) consentono una diagnosi differenziale con altre malattie.
E' chiaro che, sulla base del quadro descritto, abbiamo situazioni odontoiatriche come per tutto il resto dell'organismo. Si configurano quadri di malattia parodontale legati sia alle condizioni di base e sia alle attuali terapie a base di bifosfonati usati nella terapia dell'osteoporosi.
Il sospetto che vi sia una stretta relazione tra parodontite ed osteoporosi è di vecchia data, anche se le ricerche sono piuttosto limitate. Resta aperta una duplice osservazione.
INFEZIONE DA HIV : è documentato che la sieropositività per HIV rappresenta una consizione predisponente alla gengivite e al riassorbimento dell'osso alveolare. Questo si verifica nei soggetti di età superiore ai 35 anni. Il 5% dei pazienti HIV sviluppa una forma grave di parodontite, la parodontite ulcerosa necrotizzante, che spesso è refrattaria alle terapie parodontali convenzionali.
Questi test possono essere effettuati nel bambino per valutare la predisposizione alla carie , ma anche , nella saliva della mamma per iniziare una bonifica onde prevenire il contagio del nascituro. Abbiamo a disposizione test microbiologici e test genetici che permettono di identificare e quantificare i batteri responsabili della carie e della malattia parodontale e di stabilire la predisposizione genetica di un individuo.
Essi sono indolori e ad oggi economici. Il test microbiologico si esegue inserendo un cono di carta nelle tasche gengivali facendolo bagnare dal fluido gengivale colonizzato dai batteri; un laboratorio specializzato provvederà alla loro identificazione e alla quantizzazione di questi batteri. Su questa base si possono elaborare piani di trattamento mirati qualora sia necessario ricorrere ad una terapia antibiotica specifica. A differenza del passato, gli antibiotici non sono intesi come uno strumento dall'azione antibatterica a specifica, ma inquadrati in una nuova prospettiva che li veda rivolti all'eliminazione degli specifici batteri anaerobi che distruggono l'apparato parodontale. Il test generico consiste in un prelievo della saliva al fine di ricercare una sostanza, l'interleuchina 1 alfa, associata costantemente alla presenza di lesioni parodontali.