"Per Mioartropatia del sistema masticatorio si intende un disturbo del sistema masticatorio che ha la sua origine nella muscolatura masticatoria e/o nell'articolazione temporomandibolare.
Secondo l'American Academy of Orofacial Pain, il termine "mioartropatia" raccoglie numerosi e diversi problemi clinici che possono insorgere nella muscolatura msticatoria, nell'articolazione temporomandibolare o in entrambi. Questo disturbo viene diagnosticato o riconosciuto non per la sua patogenesi o per la sua eziologia, ma per i cosidetti sintomi guida diagnostici. Il rapporto tra sintomi guida e mioartropatia non è assoluto: la sintomatologia, infatti non è patognomonica del disturbo, poichè altre malattie o condizioni possono presentare gli stessi sintomi. Per esempio, una estrazione dentaria complicata e di lunga durata può portare a uno stiramento traumatico della capsula articolare, dei legamenti e della muscolatura; l'infiammazione che ne deriva provoca dolori accompagnati da riduzione dell'apertura orale. Anche un'artrite reumatica provoca dolore e riduzione dell'aoertura orale. Queste sintomatologie non possono essere confuse con quelle di una mioartropatia poichè eziologia e patologia sono diverse.*
*Dal libro: "Mioartropatie del sistema masticatorio e dolori orofacciali" del professore Sandro Palla.
Le mioartropatie hanno genesi multifattoriale, i fattori che interagiscono con effetti sulle strutture del sistema masticatorio sono molteplici.
Li classifichiamo in:
I primi sono quelli che aumentano il rischio di insorgenza di una mioartropatia e sono sistemici (sesso, età,ecc.) strutturali e psicosomatici. I fattori scatenanti sono microtraumi, macrotraumi e sovraccarichi occlusali.
I perpetuanti sono da ricercare nella sfera psico-emotiva.
Essa colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile; vengono chiamati in causa fattori ormonali e differenze nella modulazione centrale del dolore nella donna.
Il rischio di dolore mioartropatico aumenta del 30% in donne in terapia ormonale sostitutiva post menopausa e del 20% in pazienti in terapia contraccettiva. Il ruolo degli estrogeni è ancora da determinare con certezza:aumentano la percezione dello stimolo doloroso, agiscono sul sistema limbico e sui neuroni dell'ippocampo e dell'ipotalamo e altro.
I traumi hanno ruolo scatenante del dolore mioartropatico importante. Probabilmente il trauma causa microlesioni che diventano sintomatiche successivamente per una diminuita capacità di adattamento o per un aumento di carico. Nei traumi vanno inclusi anche quelli delle sfera psicoemotiva.
Disturbi occlusali come le parafunzioni (bruxismo, digrignamento) entrano nel determinismo della mioartropatia in quanto creano una evidente situazione di stress muscolare.
Il dolore muscolare può essere:
Microlesioni provocano infiammazione, si attivano i nocicettori con un dolore che si prolunga nel tempo. E' il dolore post esercizio. E' chiaro che l'evento scatenante del dolore inizia nel muscolo ma si crea uno stato di sensibilizzazione del SNC (sistema nervoso centrale).
Tra i disturbi occlusali come causa di mioartropatia dobbiamo ricordare precontatti occlusali, instabilità occlusale, classe scheletrica, assenza di supporto occlusale posteriore, ecc. in quanto si accompagnano a contrazioni asimmetriche o elevate di muscoli quali massetere e temporale durante la deglutizione, rilevabili elettromiograficamente.
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L'articolazione temporomandibolare come tutte le articolazioni può anche andare incontro a difetti di funzionamento chiamati discopatia. Per discopatia intendiamo una alterazione del rapporto normale anatomico tra disco e condilo mandibolare con alterazione che causa dolore e interferisce con la mobilità articolare.
La modificazione è una dislocazione del disco dalla posizione fisiologica. Può essere parziale o totale, con riduzione o senza.
La dislocazione può non essere accompagnata da dolore e dai classici rumori articolari (click), ne da problemi di mobilità.
L'ATM si rimodella continuamente anatomicamente nel corso della vita. Può essere colpita da artrosi come tutte le articolazioni. L'ATM è l'unica articolazione sinoviale del corpo la cui superficie non è ricoperta da cartilagine ialina, ma da fibrocartilagine. Ha i denti come struttura intermedia. Essi sono un sistema dinamico, in quanto i denti cambiano, si abradono negli anni. I primi segni di artrosi sono costituiti da proliferazione cellulare con aumento di attività dei condrociti.
Questo significa che vi sono processi riparativi e quindi l'artrosi può rimanere asintomatica per anni.
Ad un certo punto si creano lesioni nella cartilagine e si deteriora la struttura fino a che la cartilagine scompare e l'osso si scopre. Si evidenzia sempre con rumori di crepitio e non necessariamente con dolore anzi, raramente e con limitazione dei movimenti della mandibola. Quindi quando parliamo di mioartropatie parliamo di dolore o muscolare o articolare o combinato. Parliamo sempre di dolore sia acuto che cronico, collegato a sfere molteplici e con meccanismi molto complessi, elaborati dal sistema nervoso centrale e veicolato da neuromodulatori.
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Il capitolo delle placche occlusali è sconfinato.
Diremo, in questa sede, solo i principi generali. Le placche vengono usate non in tutti i casi, ma solo in quelli in cui abbiamo uno spazio libero che può essere impegnato da una placca, rispettando il principio che tutto ciò che interponiamo tra i denti comporta modificazioni della posizione del condido nella cavità articolare, quindi deve essere usata solo nella certezza di un miglioramento, conoscendo bene la patologia articolare.
La placca è un mezzo terapeutico non standardizzato.
Essa riporta informazioni che il clinico vorrà inserirvi dopo attento esame dell'occlusione e di tutto il sistema stomatognatico (muscoli e nervi, ecc). Diremo, perciò alcune cose sul meccanismo di azione.
Il loro effetto non è solo sull'occlusione ma entrano nel complesso circuito delle interazioni tra il sistema limbico e il sistema motorio (sistema nervoso centrale). Cambia in tutti o casi l'attività eletrromiografica dei muscoli elevatori della mandibola, quasi in tutti i casi rilevando una diminuzione del tono di questi.
La terapia con placche occlusali è sempre temporanea. Le distingueremo, comunque per comodità, in splint diretti, indiretti e misti.
Alla fine del percorso riabilitativo con placche occlusali, ci sarà una terapia occlusale definitiva che entrerà in un percorso ortodontico, protesico, implantare, misto, e il caso verrà così finalizzato.
Le misure di fisioterapia non sono da considerare terapie secondarie o di affiancamento ma fanno parte integrante del piano terapeutico.
Il trattamento fisioterapico ha almeno tre obiettivi:
Essi vengono raggiunti con :
Esercizi di Stretching |
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Esercizi di Mobilizzazione |
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Esercizi di Stabilizzazione Recupero della Coordinazione |
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Va considerata l'influenza della postura della testa e della nuca, essa influisce sulla biomeccanica dell'ATM e sulla tensione della muscolatura interessata.
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In particolar modo il fisioterapeuta eseguirà esercizi di:
Sono necessari in caso di deviazioni della mandibola in apertura o in chiusura legate ad attività muscolare asimmetrica o quando si vuole ridurne la traslazione del condido. (casi di eccessiva traslazione del condido).
I gruppi di farmaci sono principalmente analgesici, miorilassanti, antireumatici e antidepressivi. I loro obiettivi sono riduzione o eliminazione dell'infiammazione, analgesia, riduzione del tono muscolare.
Essi vanno usati sotto stretto controllo medico in quanto sono ben noti i loro effetti collaterali, sarà il clinico ad indirizzare verso la terapia farmacologica da distinguere dopo attento esame dei segni patognomonici.
**Tutte le immagini di contenute in questa pagina sono tratte dal testo "Mioartropatie del sistema masticatorio e dolori orofacciali" del professore Sandro Palla.Dott.ssa Tribò Marina
Res.Viale Trieste, 17 - 86039 Termoli (CB) - Dom. Via abbeveratoia 27 - 43100 Parma
0875-84777/ 3491788492
Codice Fiscale: TRBMRN87M67E372Y
marinatribo@hotmail.it
La Dott.ssa Marina Tribò nasce a Vasto il 27 agosto 1987.
Consegue la maturità classica nel 2006 presso il Liceo "Gennaro Perrotta" di Termoli. Si laurea in Fisioterapia il 30 novembre 2010 con votazione di 110 su 110 presso l'Università degli Studi di Parma con una tesi di ricerca dal titolo: "Follow up di una popolazione sottoposta a riabilitazione cardiovascolare nella provincia di Parma: aderenza al training fisico" relatore Prof. Paolo Coruzzi. Nel novembre dello stesso anno supera l'esame di abilitazione alla professione di Fisioterapista. Nel triennio 2007/2010 svolge attività formativa di tirocinio in ambito Neurologico, Ortopedico, Sportivo, Respiratorio e Cardiologico:
Dal 2007 ha preso parte come corsista a numerosi Congressi nazionali di Riabilitazione:
Socio AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) dal 2011.
Inglese: ottima la comprensione e la produzione scritta Francese: buona la comprensione e la produzione scritta
Utilizzo del sistema operativo Windows. Ottima conoscenza delle applicazioni: Word, Excel, Power Point.